è finito il mio tempo n

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Marie Antoinette d' Autriche
view post Posted on 13/4/2012, 17:37     +1   +1   -1




Mancava solo un giorno alla separazione dall'Austria e Antonia era più rilassata di quanto si credesse.
Il suo matrimonio per procura aveva avuto luogo il giorno prima, tutta la Corte aveva assistito emozionata e anche il popolo austriaco era ben contento della sua arciduchessa che tra poco sarebbe diventata erede al trono francese.
L'arciduchessa sembrava rilassata e contenta di adempiere ai suoi doveri, di fronte alla folla viennese si mostrò ben contenta e gioviale, anzi, era contenta di essere al centro dell'attenzione. Sembrava che quello che la aspettava non la spaventasse minimamente.
Sia che non fosse spaventata, sia che non capisse la rilevanza del suo matrimonio a causa della sua acerba età , nessuno poté negare che quel giorno Antonia (o per meglio dire, la Delfina di Francia) quando uscì dalla chiesa col suo abito bianco ricamato d'argento fosse meravigliosa.
Il giorno successivo avrebbe intrapreso il lungo viaggio che l'avrebbe portata a Versailles (sarebbe durato poco più di due settimane), la sua dote era già partita per Versailles insieme a due servizi di piatti, servizi di toilette, mobili e vestiti inviati mesi prima del suo matrimonio. Sarebbe stata accompagnata dall'ambasciatore Mercy, dalle sue amiche Yvette e Joseppha e ovviamente da Mops, il suo adorato carlino.
Maria Teresa, colta da varie preoccupazioni sul destino della figlia e cercando di recuperare il loro rapporto, decise di dividere la stanza da letto con l'arciduchessa e le assicurò più di una volta che sarebbe stata una guida per lei anche quando si sarebbero divise.
Le stava molto a cuore la madre, rispettava e condivideva le sue scelte, ma il fatto di dover abbandonare la sua patria e la sua famiglia, ecco, questo non le andava giù.
Il suo stato d'animo, quel giorno, non fu dei migliori: non mangiò nè bevve molto, ascoltò le conversazioni dei suoi fratelli maggiori ( da quando era stata fidanzata, infatti, aveva incominciato a frequentare i suoi fratelli maggiori, dapprima evitati per la loro superbia) senza mai intervenire e passeggiò per quasi tutta la giornata ammirando il verde della reggia di Schonbrunn, dove raccolse dei fiori e si affrettò a portarli nella sua chambre.
Lo sguardo le cadde vicino al camino: lì su una poltrono c'era la sua bambola. E fu in quel momento che gli occhi le si riempirono di lacrime. Prese la sua Charlotte e la strinse forte al petto, lasciando che una lacrima le rigasse il bel viso pallido. Poi si scrollò, si asciugò il viso e ripose la bambola sulla poltrona. Raddrizzò le spalle, si lisciò il vestito e cominciò a camminare, diretta verso la Voliera.
"E' finito il mio tempo per queste sciocchezze" disse tra sé e sé.
 
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